Novena di Natale 2024
Accendiamo le lampade della speranza
PARROCCHIA BUON PASTORE
CANTO DI APERTURA
MARANATHÀ, VIENI SIGNOR!
Maranathà, vieni Signor!
Verso te Gesù, le mani noi leviam.
Maranathà, vieni Signor!
Prendici con te e salvaci Signor.
Guardo verso le montagne,
donde mi verrà il soccorso,
il soccorso vien da Dio,
che ha creato il mondo intero.
Sorgi con il tuo Amore,
la Tua luce splenderà,
ogni ombra svanirà,
la tua Gloria apparirà.
Santo è nostro Signor,
il peccato Egli portò,
dalla morte ci salvò,
e la vita a noi donò.
Mio Signor son peccatore
a Te apro il mio cuore
Fa’ di me quello che vuoi
e per sempre in Te vivrò
La Parola giungerà
sino ad ogni estremità
Testimoni noi sarem
della tua verità
Tu sei la mia libertà
solo in Te potrò sperar
Ho fiducia in te Signor
la mia vita cambierai
SALUTO LITURGICO
Presbitero
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Tutti: Amen
Presbitero
Il Dio della Speranza vi colmi di gioia profonda e di pace nella fede, affinché la vostra speranza sia piena per virtù dello Spirito Santo.
Tutti
A colui che può compiere tutto, per la speranza che opera in noi, infinitamente al di là di quello che chiediamo o pensiamo, a Lui la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù, per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli Amen.
Presbitero
Signore Gesù, noi sappiamo che tu solo
sei la sorgente della nostra speranza.
Sappiamo che in ogni uomo e in ogni donna
ci sono semi di speranza, perché li hai posti Tu;
ma dobbiamo saperli scoprire e far germinare,
e dar “ragione della speranza che in noi”
impegnandoci a conoscerti sempre meglio,
per poter illuminare la vita di tutti.
Tutti:
Aiutaci, Signore, a credere in Te,
presente nella nostra vita;
a dare nuovo vigore alla nostra speranza,
per concorrere, con gioia e dinamismo,
a costruire una città affidabile,
dove edificare ogni giorno,
con l’impegno di tutti, credenti e non credenti,
comunità più solidali e fraterne,
dove spezzare il pane delle nostre mense,
delle nostre inquietudini e sofferenze,
delle gioie e delle attese;
dove annunciare Te, nostra unica speranza.
(sr. Veronica Bernasconi fsp, La speranza che è in noi)
ACCENSIONE DELLA LAMPADA DELLA SPERANZA
dal fondo della chiesa arrivano due fedeli con la lampada accesa mentre si canta:
NOI VEGLIEREMO
Nella notte, o Dio, noi veglieremo,
con le lampade, vestite a festa:
presto arriverai e sarà giorno.
Rallegratevi in attesa del Signore,
improvvisa giungerà la Sua voce.
Quando Lui verrà, sarete pronti
e vi chiamerà amici per sempre.
Raccogliete per il giorno della vita,
dove tutto sarà giovane in eterno.
Quando Lui verrà, sarete pronti
e vi chiamerà amici per sempre.
Dopo aver deposto la lampada un solista si accosta all’ambone per leggere il salmo
Domenica 15 dicembre 2024
LA GRAZIA DELLA PAZIENZA
seduti
℟. Come splende, Signore Dio nostro,
il tuo nome su tutta la terra!
Dal Salmo 8
Come splende, Signore Dio nostro,
il tuo nome su tutta la terra:
la bellezza tua voglio cantare,
essa riempie i cieli immensi
℟.Come splende, Signore Dio nostro,
il tuo nome su tutta la terra!
Quando il cielo contemplo e la luna
e le stelle che accendi nell’alto,
io mi chiedo davanti al creato:
cosa è l’uomo perché lo ricordi?
℟. Come splende, Signore Dio nostro,
il tuo nome su tutta la terra!
Cosa è mai questo figlio dell’uomo
che tu abbia di lui tale cura?
Inferiore di poco a un dio,
coronato di forza e di gloria!
℟.Come splende, Signore Dio nostro,
il tuo nome su tutta la terra!
Tu l’hai posto signore al creato,
a lui tutte le cose affidasti:
ogni specie di greggi e d’armenti,
e animali e fiere dei campi.
Le creature dell’aria e del mare
e i viventi di tutte le acque.
℟. Come splende, Signore Dio nostro,
il tuo nome su tutta la terra!
(La traduzione dei salmi e le orazioni corrispondenti sono tratti da D. M. Turoldo – G. Ravasi, I canti nuovi. I Salmi, Cinisello Balsamo 1987).
ORAZIONE
In piedi
Presbitero
Padre,
che nella creazione hai profuso ogni ricchezza del tuo amore
e con le tue mani hai formato l’uomo dalla terra e gli hai infuso il tuo spirito perché ti rappresentasse davanti all’universo
e per questo con lui hai stretto alleanza,
ricordati di noi, tuoi figli in cammino:
perché, contemplando il misterioso disegno di salvezza, possiamo scoprire nel volto del tuo Figlio l’immagine disvelata del tuo amore senza fine. Amen.
Alleluia
PROCLAMAZIONE DEL VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 3,10-18
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
Parola del Signore.
Seduti
Lettore
Dalla bolla di indizione del Giubileo dell’anno 2025 Spes non confundit (n. 4)
Siamo ormai abituati a volere tutto e subito, in un mondo dove la fretta è diventata una costante. Non si ha più il tempo per incontrarsi e spesso anche nelle famiglie diventa difficile trovarsi insieme e parlare con calma. La pazienza è stata messa in fuga dalla fretta, recando un grave danno alle persone. Subentrano infatti l’insofferenza, il nervosismo, a volte la violenza gratuita, che generano insoddisfazione e chiusura. Nell’epoca di internet, inoltre, dove lo spazio e il tempo sono soppiantati dal “qui ed ora”, la pazienza non è di casa. Se fossimo ancora capaci di guardare con stupore al creato, potremmo comprendere quanto decisiva sia la pazienza. Attendere l’alternarsi delle stagioni con i loro frutti; osservare la vita degli animali e i cicli del loro sviluppo; avere gli occhi semplici di San Francesco che nel suo Cantico delle creature, scritto proprio 800 anni fa, percepiva il creato come una grande famiglia e chiamava il sole “fratello” e la luna “sorella”. Riscoprire la pazienza fa tanto bene a sé e agli altri. San Paolo fa spesso ricorso alla pazienza per sottolineare l’importanza della perseveranza e della fiducia in ciò che ci è stato promesso da Dio, ma anzitutto testimonia che Dio è paziente con noi, Lui che è «il Dio della perseveranza e della consolazione» (Rm 15,5). La pazienza, frutto anch’essa dello Spirito Santo, tiene viva la speranza e la consolida come virtù e stile di vita. Pertanto, impariamo a chiedere spesso la grazia della pazienza, che è figlia della speranza e nello stesso tempo la sostiene.
RIFLESSIONE DEL CELEBRANTE O TESTIMONIANZA
Pausa di silenzio
In piedi
Lo Spirito del Signore è sopra di me,
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.
CANTO DEL MAGNIFICAT
L’anima mia magnifica il Signore
E il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza per sempre.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli.
Amen
PREGHIERA COMUNITARIA:
Lettore
Dio di ogni sapienza, autore del tempo e dello spazio, aiutaci a ritrovare il senso della misura. Solo riscoprendo il gusto del limite potremo intuire la profondità dell’infinito, che mai ci appartiene.
Ridonaci la disponibilità a rimanere in sospeso, la fiducia nell’attendere, la pazienza nelle beghe normali e quotidiane, tutte da amare, anche se non sanno regalarci quei brividi improvvisi che si vedono nei film.
Tutti
Tu hai aspettato miliardi di anni prima che la vita comparisse su questo piccolo granello di sabbia, noi non siamo in grado di sostenere due minuti di attesa alle casse del supermercato.
Riusciremo ad attendere la venuta di tuo Figlio? O scarteremo il regalo in anticipo, da bambini viziati che hanno perso il senso della festa? Fare famiglia con noi, ecco il tuo progetto, che tu prepari, fine cesellatore dei cuori, lungo tutta la storia umana con cura amorosa, assidua ed ostinata. Fare famiglia con te, ecco la posta in gioco, che ci chiede soltanto di ritrovare, nelle piccole cose, la grazia dello stupore. Amen.
(Le preghiere comunitarie sono di Denise Adversi)
BENEDIZIONE FINALE
CANTO: TU SCENDI DALLE STELLE
Lunedì 16 dicembre 2024
L’ATTENZIONE AL BENE
seduti
℟. Il Signore annuncia la pace per il suo popolo
Dal Salmo 85 (84)
Ascolterò cosa dice il Signore
Dio annunzia di nuovo la pace
al suo popolo e ai suoi fedeli,
ad ogni cuore che a lui ritorna.
Per chi lo teme la salvezza è vicina,
la terra nostra vivrà la sua gloria.
℟. Il Signore annuncia la pace per il suo popolo
A Verità Fedeltà si abbraccia,
Giustizia e Pace si scambiano il bacio.
La Fedeltà salirà dalla terra,
si affaccerà la Salvezza dai cieli.
℟. Il Signore annuncia la pace per il suo popolo
Quando il Signore darà il suo bene,
la nostra terra darà il suo frutto.
Davanti a lui andrà la Giustizia,
sulle sue orme verrà la Bellezza.
℟. Il Signore annuncia la pace per il suo popolo
ORAZIONE
In piedi
Presbitero
Dio, Signore della vita,
che sempre perdoni l’infedeltà del tuo popolo,
svelaci il mistero della perenne liberazione
che in Cristo, tuo Figlio,
continuamente si compie,
e donaci di collaborare al tuo Regno che viene,
Regno di giustizia e di pace senza fine.
Amen.
Alleluia
PROCLAMAZIONE DEL VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 21,23-27
In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?».
Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?».
Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta».
Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
Parola del Signore.
seduti
Lettore
Dalla bolla di indizione del Giubileo dell’anno 2025 Spes non confundit (n. 7-8)
Come afferma il Concilio Vaticano II, «è dovere permanente della Chiesa di scrutare i segni dei tempi e di interpretarli alla luce del Vangelo, così che, in modo adatto a ciascuna generazione, possa rispondere ai perenni interrogativi degli uomini sul senso della vita presente e futura e sulle loro relazioni reciproche». E’ necessario, quindi, porre attenzione al tanto bene che è presente nel mondo per non cadere nella tentazione di ritenerci sopraffatti dal male e dalla violenza. Ma i segni dei tempi, che racchiudono l’anelito del cuore umano, bisognoso della presenza salvifica di Dio, chiedono di essere trasformati in segni di speranza. Il primo segno di speranza si traduca in pace per il mondo, che ancora una volta si trova immerso nella tragedia della guerra. Immemore dei drammi del passato, l’umanità è sottoposta a una nuova e difficile prova che vede tante popolazioni oppresse dalla brutalità della violenza. Cosa manca ancora a questi popoli che già non abbiano subito? Com’è possibile che il loro grido disperato di aiuto non spinga i responsabili delle Nazioni a voler porre fine ai troppi conflitti regionali, consapevoli delle conseguenze che ne possono derivare a livello mondiale? È troppo sognare che le armi tacciano e smettano di portare distruzione e morte?
RIFLESSIONE DEL CELEBRANTE O TESTIMONIANZA
Pausa di silenzio
In piedi
Mostraci, Signore, la tua misericordia
e donaci la tua salvezza.
CANTO DEL MAGNIFICAT
L’anima mia magnifica il Signore
E il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza per sempre.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli.
Amen
PREGHIERA COMUNITARIA
Lettore
Signore dei sogni, che nella storia della salvezza ti rivelavi ai tuoi figli più docili nell’intimità del sonno, donaci l’audacia di sognare ancora. Fa che i nostri sogni crescano ad occhi aperti, come frutto di uno sguardo di pace penetrante e ostinato. Trasforma la nostra intera vita in segno dei tempi, segno che il tuo Figlio è qui, sta per venire, anzi già bussa alla porta e desidera entrare. Non toglierci i sogni, dunque, ma neanche le domande. Chi non si fa domande crede di vivere bene, ma non si accorge di camminare in un’interminabile palude.
Tutti
Abbiamo bisogno di tormentare un po’ noi stessi per non cedere alla logica del male e della violenza. Chi siamo, che cosa vogliamo davvero, in cosa speriamo e perché? Forse, se siamo di nuovo precipitati nell’incubo della guerra, è perché abbiamo smesso di farci queste domande. Venga allora di nuovo l’agnello di pace, bambino simile ad ogni altro bambino, che ci interroga e scuote con occhi di infinito dolore e di infinita fiducia. Amen.
BENEDIZIONE FINALE
CANTO: TU SCENDI DALLE STELLE
Martedì 17 dicembre 2024
L’APERTURA ALLA VITA
Seduti
℟. Il mio aiuto viene da Dio,
egli ha fatto cielo e terra.
Dal Salmo 121 (120)
Gli occhi miei sollevo ai monti:
donde mai mi viene aiuto?
Il mio aiuto vien da Dio,
egli ha fatto cielo e terra.
℟. Il mio aiuto viene da Dio,
egli ha fatto cielo e terra.
Non ti lascia il passo incerto,
ne mai dorme il tuo custode,
e neppure si assopisce
il custode d’Israele.
℟. Il mio aiuto viene da Dio,
egli ha fatto cielo e terra.
Tuo custode è Dio, il Signore,
al tuo fianco è scudo e ombra:
non ti prostri il sole a giorno,
ne di notte la luna inganni.
℟. Il mio aiuto viene da Dio,
egli ha fatto cielo e terra.
Da ogni male ti è riparo,
e difende la tua vita:
se tu parti, con te viene,
con te rientra: ora e sempre.
℟. Il mio aiuto viene da Dio,
egli ha fatto cielo e terra.
ORAZIONE
In piedi
Presbitero
Dio, che ti sei fatto nostro compagno di viaggio,
in te solo abbiamo fiducia,
perciò andiamo sereni per le strade della vita,
gioiosi di essere un segno
della tua amorosa presenza
pur in questa agitata storia del mondo.
Amen.
Alleluia
PROCLAMAZIONE DEL VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 1,1-17
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo.
Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.
Parola del Signore.
Seduti
Lettore
Dalla bolla di indizione del Giubileo dell’anno 2025 Spes non confundit (n. 9)
L’apertura alla vita con una maternità e paternità responsabile è il progetto che il Creatore ha inscritto nel cuore e nel corpo degli uomini e delle donne, una missione che il Signore affida agli sposi e al loro amore. È urgente che, oltre all’impegno legislativo degli Stati, non venga a mancare il sostegno convinto delle comunità credenti e dell’intera comunità civile in tutte le sue componenti, perché il desiderio dei giovani di generare nuovi figli e figlie, come frutto della fecondità del loro amore, dà futuro ad ogni società ed è questione di speranza: dipende dalla speranza e genera speranza. La comunità cristiana perciò non può essere seconda a nessuno nel sostenere la necessità di un’alleanza sociale per la speranza, che sia inclusiva e non ideologica, e lavori per un avvenire segnato dal sorriso di tanti bambini e bambine che vengano a riempire le ormai troppe culle vuote in molte parti del mondo. Ma tutti, in realtà, hanno bisogno di recuperare la gioia di vivere, perché l’essere umano, creato a immagine e somiglianza di Dio (cfr. Gen 1,26), non può accontentarsi di sopravvivere o vivacchiare, di adeguarsi al presente lasciandosi soddisfare da realtà soltanto materiali. Ciò rinchiude nell’individualismo e corrode la speranza, generando una tristezza che si annida nel cuore, rendendo acidi e insofferenti.
RIFLESSIONE DEL CELEBRANTE O TESTIMONIANZA
Pausa di silenzio
In piedi
O Sapienza, che esci dalla bocca dell’Altissimo, ti estendi ai confini del mondo e tutto disponi con soavità e con forza: vieni, insegnaci la via della saggezza.
CANTO DEL MAGNIFICAT
L’anima mia magnifica il Signore
E il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza per sempre.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli.
Amen
PREGHIERA COMUNITARIA
Lettore
Aiutaci, Signore, a non temere il vuoto, ma a trovare il coraggio di sentirlo, ascoltando cosa ci dice. Il vuoto di giustizia e di bene, il vuoto di senso nelle giornate troppo piene, il vuoto di vita nella società senza figli, il vuoto del cuore, dove a mancare sei Tu. Che l’Avvento ci insegni a riconoscere questo vuoto, per preparare la gestazione di un mondo nuovo, pieno di speranza, fecondo in senso spirituale e fisico.
Tutti
Mostraci, tu che sei Padre e Madre, cosa significa essere genitori, qualunque sia la nostra personale vocazione. Apprenderemo l’arte della cura attenta e amorosa, che fa crescere il mondo e le persone, in qualsiasi contesto umano e lavorativo. Dacci la forza di operare affinché i piccoli siano accolti e rispettati. Facci riconoscere la nostra comunità come famiglia di famiglie, in cui tutti siamo responsabili della crescita reciproca, ma soprattutto custodi della felicità dei bambini. A immagine di Te, Trinità famiglia d’amore, plasmaci ancora perché possiamo accogliere la vita nel cuore e nel corpo, ed essere così in grado di gioire nel mistero stupendo dell’incarnazione. Amen.
BENEDIZIONE FINALE
CANTO: TU SCENDI DALLE STELLE
Mercoledì 18 dicembre 2024
LA GUARIGIONE DEL CUORE
Seduti
℟. Benedetto il Signore, il Dio di lsraele
Dal Salmo 41 (40)
Chi si prende cura del povero è beato:
lo stesso Iddio avrà cura di lui
liberandolo nel giorno della sventura.
℟. Benedetto il Signore, il Dio di lsraele
Su di lui veglierà il Signore
e gli darà vita e felicità sulla terra,
ne mai lo cederà alle brame
dei suoi avversari.
℟. Benedetto il Signore, il Dio di lsraele
Lo sosterrà il Signore
sul suo letto d’infermo:
gli rivolterà il giaciglio
della sua malattia.
℟. Benedetto il Signore, il Dio di lsraele
ORAZIONE
In piedi
Presbitero
Nel giorno dell’angoscia e dell’abbandono
quando anche gli amici ci volgono le spalle,
donaci, Padre, la tua fedele protezione,
perché, sostenuti dalla presenza dello Spirito
possiamo percorrere senza incertezze il cammino
che Gesù Cristo, tuo Figlio, ci ha indicato. Amen.
Alleluia
PROCLAMAZIONE DEL VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 1,18-24
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele»,
che significa «Dio con noi».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
Parola del Signore.
Seduti
Lettore
Dalla bolla di indizione del Giubileo dell’anno 2025 Spes non confundit (n. 11)
Segni di speranza andranno offerti agli ammalati, che si trovano a casa o in ospedale. Le loro sofferenze possano trovare sollievo nella vicinanza di persone che li visitano e nell’affetto che ricevono. Le opere di misericordia sono anche opere di speranza, che risvegliano nei cuori sentimenti di gratitudine. E la gratitudine raggiunga tutti gli operatori sanitari che, in condizioni non di rado difficili, esercitano la loro missione con cura premurosa per le persone malate e più fragili. Non manchi l’attenzione inclusiva verso quanti, trovandosi in condizioni di vita particolarmente faticose, sperimentano la propria debolezza, specialmente se affetti da patologie o disabilità che limitano molto l’autonomia personale. La cura per loro è un inno alla dignità umana, un canto di speranza che richiede la coralità della società intera.
RIFLESSIONE DEL CELEBRANTE O TESTIMONIANZA
Pausa di silenzio
In piedi
O Signore, guida della casa di Israele, che sei apparso a Mosè nel fuoco del roveto e sul monte Sinai gli hai dato la legge: Vieni a liberarci con braccio potente.
CANTO DEL MAGNIFICAT
L’anima mia magnifica il Signore
E il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza per sempre.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli.
Amen
PREGHIERA COMUNITARIA
Lettore
Signore, siamo malati, tutti. Guariscici! La nostra intera vita non è che attesa di guarigione. Dal non senso, dalla freddezza, dalle infinite paure. Ma spesso, solo chi sperimenta anche la fragilità del corpo è consapevole di cosa sia la condizione umana.
Tutti
Rendici perciò veri fratelli e sorelle dei malati, queste umili e sapienti icone di speranza, che tu poni davanti ai nostri occhi come segno della tua croce, ma anche della tua risurrezione. Fa che il mistero del loro dolore ci entri nel cuore fino ad appartenerci, anziché suscitare in noi sentimenti di timore e atteggiamenti di fuga. Soprattutto, che nessuno sia mai lasciato solo, ma ogni uomo o donna, giovane, bambino o bambina in situazione di infermità o disabilità sia riconosciuto e accolto con la stessa tenerezza con cui, il giorno di Natale, vorremmo prendere fra le braccia il bambino Gesù. Amen.
BENEDIZIONE FINALE
CANTO: TU SCENDI DALLE STELLE
Giovedì 19 dicembre 2024
LA GIOVINEZZA INTERIORE
Seduti
℟. I tuoi precetti sono la mia delizia,
mai scorderò la tua santa parola.
Salmo 119 (118)
Come un giovane può essere integro?
Se vive sempre la tua parola!
℟. I tuoi precetti sono la mia delizia,
mai scorderò la tua santa parola.
Con tutta l’anima io ti cerco,
non farmi sviare dai tuoi statuti.
Nel mio cuore nascondo i tuoi detti
per non peccare mai contro di te.
℟. I tuoi precetti sono la mia delizia,
mai scorderò la tua santa parola.
Sii benedetto, o mio Signore,
che le tue leggi mi hai insegnato.
Da sempre cantano queste mie labbra,
della tua bocca ogni tua sentenza.
℟. I tuoi precetti sono la mia delizia,
mai scorderò la tua santa parola.
Gioia mi dà più di ogni ricchezza
il mio applicarmi ai tuoi consigli.
Voglio riflettere sui tuoi comandi,
alle tue vie fissare il mio occhio.
℟. I tuoi precetti sono la mia delizia,
mai scorderò la tua santa parola.
ORAZIONE
In piedi
Presbitero
La tua Parola, che sta nel principio,
radice di ogni intelligenza,
la stessa Parola che si è fatta carne, o Padre,
sia la nostra unica Legge lungo il cammino:
rendici aperti al suo misterioso splendore
quale luce di tutti gli esseri,
attenti al suo agire incessante
nelle vicende della nostra storia
e in ogni singolo uomo che sia assetato
di verità, di libertà e di giustizia.
Amen.
Alleluia
PROCLAMAZIONE DEL VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,5-25
Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso.
Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».
Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo».
Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini».
Parola del Signore.
Seduti
Lettore
Dalla bolla di indizione del Giubileo dell’anno 2025 Spes non confundit (n. 12)
Di segni di speranza hanno bisogno anche coloro che in sé stessi la rappresentano: i giovani. Essi, purtroppo, vedono spesso crollare i loro sogni. Non possiamo deluderli: sul loro entusiasmo si fonda l’avvenire. È bello vederli sprigionare energie, ad esempio quando si rimboccano le maniche e si impegnano volontariamente nelle situazioni di calamità e di disagio sociale. Ma è triste vedere giovani privi di speranza; d’altronde, quando il futuro è incerto e impermeabile ai sogni, quando lo studio non offre sbocchi e la mancanza di un lavoro o di un’occupazione sufficientemente stabile rischiano di azzerare i desideri, è inevitabile che il presente sia vissuto nella malinconia e nella noia. L’illusione delle droghe, il rischio della trasgressione e la ricerca dell’effimero creano in loro più che in altri confusione e nascondono la bellezza e il senso della vita, facendoli scivolare in baratri oscuri e spingendoli a compiere gesti autodistruttivi. Per questo il Giubileo sia nella Chiesa occasione di slancio nei loro confronti: con una rinnovata passione prendiamoci cura dei ragazzi, degli studenti, dei fidanzati, delle giovani generazioni! Vicinanza ai giovani, gioia e speranza della Chiesa e del mondo!
RIFLESSIONE DEL CELEBRANTE O TESTIMONIANZA
Pausa di silenzio
In piedi
O Germoglio di Iesse, che t’innalzi come segno per i popoli: Tacciono davanti a te i re della terra e le nazioni t’invocano: vieni a liberarci, non tardare.
CANTO DEL MAGNIFICAT
L’anima mia magnifica il Signore
E il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza per sempre.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli.
Amen
PREGHIERA COMUNITARIA
Lettore
Signore che vieni, piccolo come un figlio d’uomo, restituiscici la giovinezza del cuore. E poiché chi vive con i giovani rimane giovane, fa che la tua Chiesa, che vive nel più vecchio dei continenti, arda dal desiderio di incontrarli, fino a cercarli dovunque si trovino. Abbiamo bisogno di ascoltarli, di vedere noi stessi con i loro occhi, critici ma sapienti. Ti ringraziamo per la loro generosità, per la luminosità dei loro ideali, per la forza delle loro passioni. E se a volte si sentono “già vecchi”, privi di obiettivi e poveri di gioia, Signore, siamo noi a dover chiedere perdono.
Tutti
Perdonaci per tutte le volte che li abbiamo lasciati soli nelle sofferenze della crescita, perdonaci per gli insegnamenti sbagliati, per avere instillato in loro il germe della competizione e l’ossessione del successo a qualunque costo. Invece di lasciar trapelare lo splendore del tuo volto, li abbiamo ingannati con lo sfavillío di false divinità. Insegnaci ora a guardarli, semplicemente, con i tuoi occhi di fiducia e di amore, e saremo degni di sperare con il loro cuore. Amen.
BENEDIZIONE FINALE
CANTO: TU SCENDI DALLE STELLE
Venerdì 20 dicembre 2024
UN POPOLO DI PELLEGRINI
Seduti
℟. Loda il Signore, anima mia.
Dal Salmo 146 (145)
Beato colui che ha per suo aiuto
il Dio di Giacobbe,
colui che ripone la speranza
nel Signore suo Dio:
nel Dio che ha fatto i cieli, la terra e il mare
e ogni vita che in essi vive:
lui il custode verace e fedele,
℟. Loda il Signore, anima mia.
lui che fa giustizia agli oppressi,
lui che dà il pane agli affamati;
il Dio che libera i prigionieri,
il Dio che apre gli occhi ai ciechi,
il Dio che rialza chi è caduto,
il Dio che ama i giusti,
℟. Loda il Signore, anima mia.
il Dio che protegge stranieri
e sostiene orfani e vedove,
ma che sconvolge i progetti degli empi:
℟. Loda il Signore, anima mia.
è il Dio che regna in eterno:
il tuo Dio, o Sion,
per tutte le generazioni:
Alleluja! Al Signore cantate!
℟. Loda il Signore, anima mia.
ORAZIONE
In piedi
Presbitero
Dio, tu sai
che ti preghiamo non solo perché
senza di te siamo disperati;
ma prima di tutto
vogliamo ringraziarti perché esisti;
e hai cura di tutti i tuoi figli,
specialmente dei fanciulli e delle madri;
e insieme lodarti e cantarti
per la gioia di saperti così umile
e amico degli umili. Amen.
Alleluia
PROCLAMAZIONE DEL VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,26-38
Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Parola del Signore.
Seduti
Lettore
Dalla bolla di indizione del Giubileo dell’anno 2025 Spes non confundit (n. 13)
Non potranno mancare segni di speranza nei riguardi dei migranti, che abbandonano la loro terra alla ricerca di una vita migliore per sé stessi e per le loro famiglie. Le loro attese non siano vanificate da pregiudizi e chiusure; l’accoglienza, che spalanca le braccia ad ognuno secondo la sua dignità, si accompagni con la responsabilità, affinché a nessuno sia negato il diritto di costruire un futuro migliore. Ai tanti esuli, profughi e rifugiati, che le controverse vicende internazionali obbligano a fuggire per evitare guerre, violenze e discriminazioni, siano garantiti la sicurezza e l’accesso al lavoro e all’istruzione, strumenti necessari per il loro inserimento nel nuovo contesto sociale. La comunità cristiana sia sempre pronta a difendere il diritto dei più deboli. Spalanchi con generosità le porte dell’accoglienza, perché a nessuno venga mai a mancare la speranza di una vita migliore. Risuoni nei cuori la Parola del Signore che, nella grande parabola del giudizio finale, ha detto: «Ero straniero e mi avete accolto», perché «tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli l’avete fatto a me» (Mt 25,35.40).
RIFLESSIONE DEL CELEBRANTE O TESTIMONIANZA
Pausa di silenzio
In piedi
O chiave di Davide, scettro della casa d’Israele, che apri e nessuno può chiudere, chiudi e nessuno può aprire: vieni, libera l’uomo prigioniero che giace nelle tenebre e nell’ombra di morte.
CANTO DEL MAGNIFICAT
L’anima mia magnifica il Signore
E il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza per sempre.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli.
Amen
PREGHIERA COMUNITARIA
Lettore
Noi pellegrini ti invochiamo: sostienici in questo viaggio di speranza, perché arriviamo al porto sicuro del tuo regno. Se ci arriveremo, non sarà da soli. Il segreto, infatti, è diventare carovana, fare famiglia con infiniti volti sconosciuti. Questo non è possibile finché percepiamo la vita come una lotta di tutti contro tutti, vivendo nella paura che ci manchino le risorse.
Tutti
Donaci, allora, il coraggio di avere fiducia. Fiducia nella tua bontà, cura e delicatezza verso ogni uomo, donna e bambino, qualunque sia la sua storia e a qualunque popolo appartenga. Fiducia nel futuro, che riposa ancora e sempre nelle tue mani; fiducia negli “altri” diversi da noi, ma come noi fragili e impauriti. Donaci anche amore e responsabilità, per condividere con te la preoccupazione per i tuoi figli, e non voltarci dall’altra parte quando i diritti delle persone sono calpestati. Rendici degni, così, anche se tutti siamo stranieri, di avvicinarci alla culla di tuo Figlio. Amen.
BENEDIZIONE FINALE
CANTO TU SCENDI DALLE STELLE
Sabato 21 dicembre 2024
LA RICCHEZZA DELLA MEMORIA
Seduti
℟. È bello rendere grazie al Signore.
Dal Salmo 92 (91)
Bello è lodare il Signore,
inneggiare il tuo nome, Altissimo:
annunziare al mattino il tuo amore,
la tua fedeltà nella notte,
℟. È bello rendere grazie al Signore.
Il giusto fiorirà come palma,
come un cedro del Libano punterà in alto:
trapiantati negli atri di Dio,
negli atri del nostro Dio
così fioriranno.
℟. È bello rendere grazie al Signore.
Frutti daranno pure in vecchiaia,
sempre ricchi di linfa e verdezza:
per annunziare quanto è giusto il Signore,
lui la mia rupe monda da ogni male.
℟. È bello rendere grazie al Signore.
ORAZIONE
In piedi
Presbitero
Signore, illumina i nostri occhi,
perché possiamo cogliere
nella nostra vita e nella storia
il mistero della tua azione incessante:
il tuo fedele disegno d’amore per l’uomo
apra le nostre labbra al canto di lode. Amen.
Alleluia
PROCLAMAZIONE DEL VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,39-45
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Parola del Signore.
Seduti
Lettore
Dalla bolla di indizione del Giubileo dell’anno 2025 Spes non confundit (n. 14)
Segni di speranza meritano gli anziani, che spesso sperimentano solitudine e senso di abbandono. Valorizzare il tesoro che sono, la loro esperienza di vita, la sapienza di cui sono portatori e il contributo che sono in grado di offrire, è un impegno per la comunità cristiana e per la società civile, chiamate a lavorare insieme per l’alleanza tra le generazioni. Un pensiero particolare rivolgo ai nonni e alle nonne, che rappresentano la trasmissione della fede e della saggezza di vita alle generazioni più giovani. Siano sostenuti dalla gratitudine dei figli e dall’amore dei nipoti, che trovano in loro radicamento, comprensione e incoraggiamento.
RIFLESSIONE DEL CELEBRANTE O TESTIMONIANZA
Pausa di silenzio
In piedi
O Astro che sorgi, splendore della luce eterna, sole di giustizia: Vieni, illumina chi giace nelle tenebre e nell’ombra di morte.
CANTO DEL MAGNIFICAT
L’anima mia magnifica il Signore
E il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza per sempre.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli.
Amen
PREGHIERA COMUNITARIA
Lettore
Padre nostro, mentre aspettiamo la pienezza del tempo, Gesù nostro fratello, ti preghiamo: dacci tanta memoria. Fa che non perdiamo, lungo la strada della vita, la gratitudine verso chi ci ha preceduto, insegnandoci a muovere i primi passi, e sappiamo restituire le cure che abbiamo ricevuto. Ma rendici grati anche verso le tante persone sconosciute che, nelle generazioni passate, hanno contribuito a rendere il mondo migliore: pensavano a noi, per noi hanno lottato e sofferto.
Tutti
Ti ringraziamo per averci fatto nascere in questa storia, in questo tempo, in questo luogo: bello o brutto, ha il nome e il colore di infiniti volti che l’hanno costruito. Infine ti chiediamo: fa che dai nostri anziani impariamo a non temere il tempo che passa, a non preoccuparci per le rughe che aumentano, ma a gustare interamente le tappe dell’esistenza. La loro saggezza ci insegni a riconoscerti presente in ogni tempo, poiché tu sempre sei, eri e vieni nella nostra vita. Amen.
BENEDIZIONE FINALE
CANTO: TU SCENDI DALLE STELLE
Domenica 22 dicembre 2024
LA POVERTA’ DEL FIGLIO
Seduti
℟. Il Signore fa giustizia per i poveri.
Dal Salmo 9 (10)
Perché, Signore, te ne stai lontano
e ti nascondi in tempo di angoscia?
Il povero è braccato dall’orgoglio dell’empio,
travolto dai suoi intrighi:
℟. Il Signore fa giustizia per i poveri.
Di se si vanta il traditore,
l’ingordo bestemmia, si fa scherno di Dio.
È sempre l’empio che dice
dall’alto della sua insolenza:
«Dio non se ne cura, Dio non esiste»
queste le sue convinzioni.
℟. Il Signore fa giustizia per i poveri.
E i suoi piani hanno sempre successo:
Tu stai troppo in alto per i suoi pensieri,
con disprezzo tiene a bada i suoi avversari.
℟. Il Signore fa giustizia per i poveri.
Di nascosto, in agguato,
s’accovaccia e rannicchia,
e gli infelici cadono sotto i suoi colpi.
«Dio è senza memoria», dice fra se,
«Ha bendato gli occhi: nulla egli vede».
℟. Il Signore fa giustizia per i poveri.
Sorgi, Signore, innalza la tua mano,
non scordarti dei tuoi infelici.
Perché l’empio può beffarsi di Dio
e dire: «No, il conto non chiede, ne chiederà».
℟. Il Signore fa giustizia per i poveri.
Eppure ogni dolore e affanno tu vedi
e li guardi, e li prendi nelle tue mani.
A te si affida il misero,
dell’orfano tu sei l’aiuto.
℟. Il Signore fa giustizia per i poveri.
ORAZIONE
In piedi
Presbitero
Padre,
nel cui amore infinito trova rifugio
ogni uomo perseguitato e oppresso,
dona il tuo soccorso
a quanti sollevano a te le mani nel pianto
e non permettere che l’uomo malvagio
incuta terrore e oppressione al fratello. Amen.
Alleluia
PROCLAMAZIONE DEL VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,39-45
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Parola del Signore.
Seduti
Lettore
Dalla bolla di indizione del Giubileo dell’anno 2025 Spes non confundit (n. 15)
Speranza invoco in modo accorato per i miliardi di poveri, che spesso mancano del necessario per vivere. Di fronte al susseguirsi di sempre nuove ondate di impoverimento, c’è il rischio di abituarsi e rassegnarsi. Ma non possiamo distogliere lo sguardo da situazioni tanto drammatiche, che si riscontrano ormai ovunque, non soltanto in determinate aree del mondo. Incontriamo persone povere o impoverite ogni giorno e a volte possono essere nostre vicine di casa. Spesso non hanno un’abitazione, né il cibo adeguato per la giornata. Soffrono l’esclusione e l’indifferenza di tanti. È scandaloso che, in un mondo dotato di enormi risorse, destinate in larga parte agli armamenti, i poveri siano «la maggior parte […], miliardi di persone. Oggi sono menzionati nei dibattiti politici ed economici internazionali, ma per lo più sembra che i loro problemi si pongano come un’appendice, come una questione che si aggiunga quasi per obbligo o in maniera periferica, se non li si considera un mero danno collaterale. Di fatto, al momento dell’attuazione concreta, rimangono frequentemente all’ultimo posto». Non dimentichiamo: i poveri, quasi sempre, sono vittime, non colpevoli.
RIFLESSIONE DEL CELEBRANTE O TESTIMONIANZA
Pausa di silenzio
In piedi
O Re delle Genti, da loro bramato, e pietra angolare, che riunisci tutti in uno:
vieni, e salva l’uomo, che hai plasmato dal fango.
CANTO DEL MAGNIFICAT
L’anima mia magnifica il Signore
E il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza per sempre.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli.
Amen
PREGHIERA COMUNITARIA
Lettore
Signore, che ti sei fatto povero per noi, per arricchirci con la tua povertà… quanto ci è difficile farci poveri per amore! Eppure, non avremmo bisogno di chissà quale sforzo: poveri lo siamo, infatti, per costituzione.
Tutti
Siamo, di fronte e te, semplicemente miserabili e nulla possiamo vantare di nostro, eppure tu ci accogli con tenerezza. Quante volte invece il nostro sguardo diventa sprezzante, nell’incrociare chi “non ce la fa”, come se fosse una colpa. Quante volte doniamo le cose che scartiamo, spesso non più utilizzabili, illudendoci di essere generosi. Tu ci hai donato te stesso… aiutaci a donare il meglio di noi. Stampaci, anzi, nel cuore, la logica del dono, che sembra così assurda per la nostra cultura impregnata di capitalismo. Ma lo spirito non conosce il capitalismo, conosce l’abisso della misericordia. Scandalizzaci, Signore, con la tua bontà e insegnaci a scandalizzare il mondo, a costo di essere chiamati ingenui e “buonisti”. Rendici insopportabile il pensiero che qualcuno, accanto a noi o dall’altra parte del mondo, soffra la fame, lo sfruttamento, l’impossibilità di curarsi. Amen.
BENEDIZIONE FINALE
CANTO: TU SCENDI DALLE STELLE
Lunedì 23 dicembre 2024
L’ANNO DELLA GIOIA
Seduti
℟. Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio.
Sal 19 (18)
Narrano i cieli la gloria di Dio,
il firmamento annunzia le opere
delle sue mani, il messaggio tramanda
il giorno al giorno, la notte alla notte.
℟. Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio.
Non è linguaggio d’accenti usati,
non sono voci che orecchio ascolta:
sono armonie che riempion la terra,
sonanti fino ai confini del mondo.
℟. Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio.
Là per il sole Dio pose una tenda:
esce da là quale sposo dal talamo
e di letizia inonda il creato,
come un eroe percorre il suo corso!
Da un estremo del cielo egli sorge,
all’altro estremo vi chiude il suo arco,
nulla mai sfugge ai suoi raggi di fuoco;
℟. Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio.
tutta perfetta è la Legge di Dio!
È l’altro sole che guida e ristora,
testimonianza verace di Dio
che di ogni giusto irradia la mente,
luce e splendore all’occhio del santo.
Pura, immutabile, eterna Parola!
Di Dio i detti son tutti fedeli,
e più preziosi dell’oro più fino,
molto più dolci del miele stillante.
℟. Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio.
Anche il tuo servo ne è illuminato:
grande è il bene per chi li osserva!
Ma come scorgere le inavvertenze?
Pure da colpe ignote tu salvami.
E anche da orgogli proteggi il tuo servo
che mai prevalgano sopra di me:
solo allora sarò uomo libero,
integro e puro dal grande peccato.
℟. Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio.
Care ti siano queste parole
che la mia bocca ti canta, Signore:
dei tuoi pensieri risuoni il mio cuore,
mio redentore, mia rupe, Signore.
℟. Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio.
ORAZIONE
In piedi
Presbitero
Padre, che hai creato il sole a illuminazione del giorno, immagine del tuo Figlio, luce vera che illumina ogni uomo;
Padre, autore della Legge, splendore che illumina ogni legge,
fonte di ogni santità;
Padre, cui tutto il creato scioglie l’inno di lode, donaci un cuore puro
per essere anche noi luminosi della tua luce,
e seguendo la tua via possiamo giungere a
contemplare senza veli il tuo volto,
e a cantare con tutto il creato la tua gloria nel giorno che non conosce tramonto. Amen.
Alleluia
PROCLAMAZIONE DEL VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,57-66
In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Parola del Signore.
Seduti
Lettore
Dalla bolla di indizione del Giubileo dell’anno 2025 Spes non confundit (n. 16)
Facendo eco alla parola antica dei profeti, il Giubileo ricorda che i beni della Terra non sono destinati a pochi privilegiati, ma a tutti. È necessario che quanti possiedono ricchezze si facciano generosi, riconoscendo il volto dei fratelli nel bisogno. Penso in particolare a coloro che mancano di acqua e di cibo: la fame è una piaga scandalosa nel corpo della nostra umanità e invita tutti a un sussulto di coscienza. Rinnovo l’appello affinché «con il denaro che si impiega nelle armi e in altre spese militari costituiamo un Fondo mondiale per eliminare finalmente la fame e per lo sviluppo dei Paesi più poveri, così che i loro abitanti non ricorrano a soluzioni violente o ingannevoli e non siano costretti ad abbandonare i loro Paesi per cercare una vita più dignitosa». Un altro invito accorato desidero rivolgere in vista dell’Anno giubilare: è destinato alle Nazioni più benestanti, perché riconoscano la gravità di tante decisioni prese e stabiliscano di condonare i debiti di Paesi che mai potrebbero ripagarli. Prima che di magnanimità, è una questione di giustizia, aggravata oggi da una nuova forma di iniquità di cui ci siamo resi consapevoli: «C’è infatti un vero “debito ecologico”, soprattutto tra il Nord e il Sud, connesso a squilibri commerciali con conseguenze in ambito ecologico, come pure all’uso sproporzionato delle risorse naturali compiuto storicamente da alcuni Paesi». Come insegna la Sacra Scrittura, la terra appartiene a Dio e noi tutti vi abitiamo come «forestieri e ospiti» ( Lv 25,23).
RIFLESSIONE DEL CELEBRANTE O TESTIMONIANZA
Pausa di silenzio
In piedi
O Emmanuele, nostro re e legislatore, speranza e salvezza dei popoli: vieni a salvarci, o Signore nostro Dio.
CANTO DEL MAGNIFICAT
L’anima mia magnifica il Signore
E il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza per sempre.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli.
Amen
PREGHIERA COMUNITARIA
Lettore
Dio della gioia, eccoci pronti a celebrare con te questo anno speciale, memoria della tua venuta fra noi. A volte, lo confessiamo, ci sembra di non avere molto di cui gioire, tanto è il male che vediamo nel mondo… per fortuna, però, sei tu solo a giudicare le opere umane, a pesare il bene e il male compiuto dai tuoi figli in questi oltre duemila anni di storia.
Tutti
Aiuta ciascuno di noi, anche se piccoli e poveri, a non perdere la speranza: è vero, siamo come formiche in un’epoca di complessi cambiamenti, ma una briciola di bene la possiamo portare. Fa che le nostre scelte quotidiane parlino di condivisione, di rispetto per ogni forma di vita, di giustizia operosa. Forse allora l’ecologia del cuore si farà contagiosa, trasformando gradualmente il volto del pianeta. Amen.
BENEDIZIONE FINALE
CANTO: TU SCENDI DALLE STELLE