Adorazione
ADORAZIONE EUCARISTICA COMUNITARIA DEL 25 OTTOBRE 2024
CANTO DI ESPOSIZIONE
SILENZIO DI ADORAZIONE
INVOCAZIONI
Cristo, volto dell’amore del Padre,
Ti adoriamo e ti benediciamo.
Cristo, fatto uomo per la nostra salvezza,
Ti adoriamo e ti benediciamo.
Cristo, pane per il nostro cammino,
Ti adoriamo e ti benediciamo.
Cristo, morto sulla croce per la nostra salvezza,
Ti adoriamo e ti benediciamo.
Cristo, risorto per introdurci nel tuo Regno,
Ti adoriamo e ti benediciamo
seduti
SILENZIO DI ADORAZIONE
Dagli Atti degli Apostoli
Un angelo del Signore parlò a Filippo e disse: «Àlzati e va’ verso il mezzogiorno, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta». Egli si alzò e si mise in cammino, quand’ecco un Etìope, eunuco, funzionario di Candace, regina di Etiopia, amministratore di tutti i suoi tesori, che era venuto per il culto a Gerusalemme, stava ritornando, seduto sul suo carro, e leggeva il profeta Isaia. Disse allora lo Spirito a Filippo: «Va’ avanti e accòstati a quel carro». Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Egli rispose: «E come potrei capire, se nessuno mi guida?». E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui. Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo:
Come una pecora egli fu condotto al macello e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato, la sua discendenza chi potrà descriverla? Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita. Rivolgendosi a Filippo, l’eunuco disse: «Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?». Filippo, prendendo la parola e partendo da quel passo della Scrittura, annunciò a lui Gesù. Proseguendo lungo la strada, giunsero dove c’era dell’acqua e l’eunuco disse: «Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?». Fece fermare il carro e scesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunuco, ed egli lo battezzò. Quando risalirono dall’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l’eunuco non lo vide più; e, pieno di gioia, proseguiva la sua strada. Filippo invece si trovò ad Azoto ed evangelizzava tutte le città che attraversava, finché giunse a Cesarèa.
Pausa di riflessione
Il testo lo si può leggere personalmente in silenzio
CANTO dal repertorio parrocchiale
PER RIFLETTERE
Filippo in movimento, Filippo in corsa, Filippo coinvolto in una vicenda paradossale: in questo caso non gli viene data una meta da raggiungere, gli viene data una strada da percorrere:
“Alzati e va’ sulla strada.”
C’è una precisazione: quella strada è deserta. Cosa debba andare a fare Filippo su una strada deserta qui non è esplicitato.
Che ci deve fare?
Camminare su una strada?
Non c’è meta, stai sulla strada: è lo stile di base dell’evangelizzazione, della missione dal basso. Stare sulla strada non si sa bene in attesa di cosa o di chi. Egli si alzò e si mise in cammino.
Questo è Filippo: sta sulla strada, cammina sulla strada, va per la strada. Noi diremmo: perde tempo, fatica inutile.
La chiamata per Filippo è “andare fuori le mura” della città, perché sulla strada possa farsi compagno di viaggio di altri viandanti e mettersi in ascolto della sete di Mistero e di adorazione di esso che ogni viandante si porta in cuore.
C’è un altro che passa su quella strada, l’eunuco.
Quanto tempo è rimasto Filippo su quella strada? Chi lo sa. Sta sulla strada, qualcuno passerà, in questo caso è un etiope, è un eunuco, è un personaggio illustre, abilitato a sovrintendere agli affari della corte.
Il titolo di eunuco è più o meno equivalente al titolo di ministro, è un personaggio influente.
In questo caso è un funzionario della regina Candace.
Si tratta di un africano, un nero, che occupa un posto importante alla corte d’Etiopia
Questo tale è venuto per il culto a Gerusalemme, è stato in visita al tempio, adesso sta tornando sul suo carro e sta leggendo il profeta Isaia.
Ha un suo impegno interiore, si sta dedicando a una sua riflessione, a una sua ricerca. È in ascolto.
È evidentemente un uomo con dei problemi, dedito alla devozione religiosa, è anche affannato, incerto.
Il carro è arrivato ed è già passato. Filippo è rimasto sul fianco della strada. Lo Spirito gli dice: va’ e raggiungi quel carro, corrigli dietro. Filippo deve girare attorno a quel carro e inventare soluzioni per stabilire un contatto.
Griderà? Provocherà una sosta artificiale del carro?
Cosa farà mai?
Qui non si tratta soltanto di affiancarsi fisicamente a quel convoglio in movimento, si tratta di affiancarsi a un uomo che sta percorrendo la strada della sua vita, che sta camminando dentro i suoi problemi, elaborando la sua storia, il suo passato, il suo avvenire
Il battesimo ricevuto è per l’eunuco la nuova nascita alla vita, al vero senso che tanto cercava, per continuare il suo cammino.
Nell’episodio di Filippo e l’eunuco, è lo Spirito a condurre decisamente i primi evangelizzatori sulle strade del mondo, di tutti i popoli e di tutti i continenti.
E l’eunuco sa che l’essenziale non è Filippo, ma quel Gesù al quale ha aderito. Per questo “va per la sua via, pieno di gioia”.
Continua nella via della sua ordinaria esistenza, ma da creatura nuova.
E Filippo preda dello Spirito, si lascia portare da lui a nuovi lidi, per continuare l’annuncio.
Siamo anche noi contemporaneamente eunuco e Filippo.
Se ci sentiamo coinvolti nella stessa avventura dell’annuncio che visse Filippo, non potremmo esserlo davvero se dimentichiamo che anzitutto noi siamo l’eunuco, la persona che la misericordia di Gesù ha raggiunto, mediante dei Filippo.
Essere chiesa è vivere questa reciprocità: lasciar salire altri sul nostro carro e disporci a salire su quello dei nostri fratelli e sorelle, spinti dallo stesso Spirito.
CANTO dal repertorio parrocchiale
Riflessione del celebrante
In piedi
PREGHIERA CORALE
Sac: Mandaci, o Dio, dei folli, quelli che si impegnano a fondo, che amano sinceramente, non a parole, e che veramente sanno sacrificarsi sino alla fine. Tutti: Abbiamo bisogno di folli che accettino di perdersi per servire Cristo. Amanti di una vita semplice, alieni da ogni compromesso, decisi a non tradire, pronti a una abnegazione totale, capaci di accettare qualsiasi compito, liberi e sottomessi al tempo stesso, spontanei e tenaci, dolci e forti. (Maldalen Delbrel)
CANTO DI ADORAZIONE
PREGHIERA CORALE
Sac: Il mio Dio non è un Dio duro, impenetrabile, insensibile,
stoico, impassibile.
Il mio Dio è fragile. È della mia razza. E io della sua
Lui è uomo e io quasi Dio.
Perché io potessi assaporare la divinità Lui amò il mio fango
Tutti: Il mio Dio fu un uomo del suo tempo
Vestiva come tutti, parlava il dialetto della sua terra,
Lavorava con le sue mani, gridava come i profeti.
Sac: Il mio Dio ebbe fame e sonno e si riposò
Il mio Dio si irritò, fu passionale, e fu dolce come un bambino
Il mio Dio fu nutrito da una madre,
ne sentì e bevve tutta la tenerezza femminile.
Tutti: L’amore ha reso fragile il mio Dio.
Non amò mai il dolore, non fu mai amico della malattia
Per questo curò gli infermi
Il mio Dio ruppe con la vecchia morale della vendetta meschina Il mio Dio patì l’esilio, fu perseguitato e acclamato
Morì giovane perché era sincero. Tremò dinanzi alla morte
Sac: Ma il mio Dio morì senza odiare.
Morì scusando che è più che perdonare.
Per questo il mio Dio vinse la morte.
Comparve con un frutto nuovo tra le mani: la Risurrezione.
Tutti: È difficile per tanti il mio Dio fragile
Il mio Dio che piange, non si difende, che deve morire
Il mio Dio che fa di un ladro e criminale il primo santo della sua Chiesa
Il mio Dio sacerdote e profeta che subisce la morte
come la prima vergogna di tutte le inquisizioni della storia.
Il mio Dio che soffrì il morso di tutte le tentazioni
Sac: È difficile questo mio Dio fragile,
per chi pensa di trionfare soltanto vincendo,
per chi si difende soltanto uccidendo,
per chi salvezza vuol dire sforzo e non regalo,
per chi considera peccato quello che è umano,
per chi il santo è uguale allo stoico e Cristo a un angelo
Tutti: È difficile il mio Dio fragile per quelli che continuano a sognare
un Dio che non somigli agli uomini
(Juan Arias)
BENEDIZIONE EUCARISTICA
Dio sia benedetto
Benedetto il Suo santo Nome.
Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo.
Benedetto il Nome di Gesù.
Benedetto il Suo sacratissimo Cuore.
Benedetto il Suo preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel SS. Sacramento dell’altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la gran Madre di Dio, Maria Santissima.
Benedetta la Sua santa e Immacolata Concezione.
Benedetta la Sua gloriosa Assunzione.
Benedetto il Nome di Maria, Vergine e Madre.
Benedetto S. Giuseppe, Suo castissimo Sposo.
Benedetto Dio nei Suoi Angeli e nei suoi Santi.
CANTO FINALE